Alto Della Poiana
€28.00
Disponibilità : 6 disponibili
Descrizione
Prodotto da uve di Merlot, raccolte a Palazzago nella località di Capietaglio, su terreni con inclinazioni del 40% e un’altitudine di 400 metri sul livello del mare. I vigneti, esposti da Est a Ovest, adottano un sistema di allevamento a cordone speronato e hanno un’età media di 20 anni. La resa per ettaro è di 40 quintali. La gestione delle colture è biologica, certificata dal 2019, con una riduzione dell’uso di rame e zolfo, arricchita dall’introduzione di tannini di castagno e estratti di bucce di arancia. Il suolo, argilloso calcareo noto come Flysh di Pontida, contribuisce alle caratteristiche uniche del vino. Il processo di vinificazione prevede l’uso di lieviti indigeni con 15 giorni di macerazione a temperatura non controllata, seguita da una maturazione in barriques di rovere di secondo e terzo passaggio.
Filosofia del Produttore
Luciano gestisce tre ettari di vigna distribuiti in varie parcelle tra Pontida e Palazzago, nelle prime colline delle Prealpi Orobiche ad ovest di Bergamo. Quest’area è caratterizzata da terreni calcarei e argillosi, con particolarità geologiche come il Sass de la Luna e il flysch di Pontida, noto localmente come “matù”, un tipo di calcare che si sgretola in superficie, contribuendo alla sapidità del vino. La maggior parte delle viti proviene da aree precedentemente abbandonate, con solo due impianti nuovi del 2019: Bronner e Marzemino.
Nonostante la Val Pontida non sia ufficialmente riconosciuta come area di viticoltura eroica, l’elevata pendenza delle sue vigne la rende tale, con il primo vigneto di merlot, avente una pendenza del 40%, a far da pioniere. Nel 2019, a seguito di tre forti grandinate che hanno danneggiato la produzione, Luciano e Gabriella hanno deciso di espandere i vigneti aziendali, introducendo varietà come cabernet franc, cabernet sauvignon, moscato giallo, malvasia, moscato di Scanzo e una vigna ottantenne mista, destinata al rosato frizzante, che ospita sette vitigni diversi.
Con sette appezzamenti che coprono tutte le esposizioni tranne il nord, la zona beneficia di significative escursioni termiche, influenzate dal monte Linzone a nord, fattore che secondo Luciano contribuisce all’intensità fruttata dei vini prodotti. Attualmente, Le Driadi producono 8.000 bottiglie, con l’obiettivo di arrivare a 12.000, mantenendo un approccio artigianale alla produzione, con il supporto di alcuni collaboratori e l’importante contributo di amici.
Offrono cinque etichette diverse, con la prima annata risalente al 2017, e stanno esplorando una sesta. Le pratiche di fermentazione sono rigorosamente naturali, con attenzione alla pulizia, follatura manuale quando possibile, e analisi periodiche. La filosofia di produzione segue il principio che un vino debba nascere naturale per essere apprezzato nella sua essenza.
L’impegno per la sostenibilità è centrale, con un’attenzione particolare alla gestione manuale della vigna, riduzione dell’uso di trattori, limitazione dell’impiego di zolfo e rame, e l’introduzione di alternative come tannini di castagno, oli essenziali e zeolite.
Informazioni Aggiuntive
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Informazioni Aggiuntive | Produttore: Le Driadi |